Il rischio di tromboembolismo venoso è significativamente aumentato nei pazienti che sono ricoverati in
ospedale dopo traumi, interventi chirurgici o immobilizzati per una affezione internistica, e anche nelle donne in gravidanza e puerperio. Pertanto la condivisione dei criteri di scelta fra i diversi metodi di prevenzione del tromboembolismo venoso (farmacologici e non) è fondamentale per attuare una tromboprofilassi sicura ed efficace e richiede la discussione collegiale interdisciplinare fra gli specialisti della trombosi e gli specialisti delle diverse discipline.
Responsabile scientifico, Dr. Nicola MUMOLI
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